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Mnemosyne in greco significa memoria. Nello specifico il nome dell’opera rimanda al nome che Aby Warburg  (1866 - 1929), grande storico dell’arte,  diede alla sua “atlante-biblioteca”. Lo studioso tedesco rivolse tutto il suo lavoro scientifico – la sua vita – a far riemergere la cultura passata attraverso le immagini, modificando definitivamente la prospettiva nei confronti dell’antico.  L’atto artistico si pone a metà strada tra contemplazione e “presa sull’oggetto” coagulandogli aspetti empirici del reale entro una forma unica e precisa, ma anche abbandonandosi a essa come a un idolo. Le fasi di questo processo polare si fanno per Warburg oggetto privilegiato di studio,diventando una “storia psicologica per immagini”.

Nell’opera in questione, la Memoria (madre delle 9 Muse patrone delle arti) è raffigurata con uno psykter antropomorfo del V sec. A.C. nel quale sono inseriti un tulipano antico e un semplice iris di campo. Memoria, Artificio e Natura sono gli elementi che costituiscono in sintesi l’orizzonte pittorico da me delineato che attinge alla visione del passato, non come puro sentimento nostalgico o anacronistico, ma come ispirazione costante e necessaria sulla quale fondare l’atto creativo. Dalla Memoria scaturisce la capacità tecnica di realizzare l’immagine pittorica , illuminando il contenitore all’interno del quale “appare” il reale.