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E“Servare modum, finemque tueri, naturam sequi. (Sii modesto, ricordati della fine, segui la natura)” è questa celebre frase di Lucano, autore latino nato a Cordoba nel 39 d. C. e morto suicida a Roma nel 65 d. C.,   ad ispirare l’opera pittorica intitolata Vanitas.  Il motto, utilizzato in passato da molti pittori del genere allegorico e a volte inscritto in “cartigli” didascalici, è illustrato con oggetti estranei alla tradizione iconografica. La scena, ambientata in un contesto desertico, è popolata da soli quattro oggetti. Un elmo corinzio, due garofani, una conchiglia. L’elmo, che qualche guerriero del passato ha indossato, è forato in due parti (segno che qualcun altro l’ha perforato)  dalle quali spuntano i garofani, i fiori per eccellenza sacri a Zeus per i Greci e a Giove per i Romani. La forza della natura che fa nascere i fiori nel deserto è ben altra cosa rispetto alla caducità delle cose umane, dell’Uomo stesso.